Cuba, Havana (2003-2019)

 

 

Capitai per la prima volta all’Avana nel 2001. Dovevo realizzare una serie di immagini per una pubblicità. Fu subito grande amore e magica attrazione per queste atmosfere pigre, dove, scrisse Hemingway, “la polvere regna da quattrocento anni”. In questo grande palcoscenico dove si rappresenta la vita, con scenografie fatte da vecchie architetture fatiscenti e strade disseminate di buche,  ho respirato un’atmosfera spavalda, sensuale e densa di grande umanità. Decisi di ritornare al più presto con la mia affezionata Leica M6 per realizzare un  reportage in bianco e nero cercando di raccontare con stile realistico e con occhi di viaggiatore questa affascinante città. In questi luoghi non mi sono mai sentito  estraneo, mi piaceva essere mattiniero, vagabondare per la città, mischiarmi fra la gente,  ascoltare, osservare, fissando in frazioni di secondo attimi fuggenti e frammenti di vita quotidiana. L’Avana è musica, nelle strade, nei cortili, nelle case, nelle piazze, nei teatri, di giorno e di notte, non c’è altro posto al mondo dove la musica non sia così travolgente, solare e passionale, è come un acquazzone tropicale, una cascata di gioia, di ritmo e sensualità. All’Avana tutto è meticcio e  l’interazione fra spagnoli e africani ha dato origine ad una fertile base culturale dove letteratura, musica, cinema e pittura hanno trovato una sua particolare espressione, un punto di riferimento per tutta l’ America latina. Ho fotografato all’Habana Vieja, cuore coloniale della città, dove è in atto un vasto programma di restauro e recupero dei vecchi palazzi malandati, in Centro Habana, il quartiere più densamente popolato, dove abbondano edifici in demolizione, pericolanti, e puntellati con travi di legno improvvisate, al Vedado, la parte più moderna e cosmopolita, che ospita vecchie ville con ampi giardini, musei, gallerie, centri commerciali e grandi alberghi e nella periferia a Cojímar, Casablanca, Regla e Playas del Este, ma è il Malecón, il sinuoso lungomare dell’Avana, quello che più mi ha attirato. Al tramonto i toni caldi dell’arancio avvolgono scene di vita cittadina, coppie di innamorati amoreggiano, altri suonano o ballano, altri bevono in allegria, donne passeggiano ancheggiando in abiti attillati e turisti frettolosi rincorrono un’avventura cubana. L’Avana  è rimasta profondamente nel mio cuore ed è una di quelle città dove andrei a vivere per un po’ di tempo, mi piace Cojímar, un piccolo paese di pescatori che dista pochi chilometri dal centro, è  un posto tranquillo sull’oceano dove le palme si stagliano su un cielo senza fine e  indescrivibili tramonti ti tolgono il fiato. Ringrazio di cuore gli habaneros che sono stati i veri artefici di questo mio lavoro. Questo mio diario fotografico è una testimonianza e un omaggio a una città e alla sua gente che nonostante tutte le avversità affronta le difficoltà quotidiane con il sorriso sulle labbra.